Precisiamo che articoli, recensioni, comunicazioni, eventi, appuntamenti... e quant'altro vengono da noi pubblicati non in base ad una adesione ideologica o morale, ma solo se ce ne viene fatta esplicita richiesta (anche con una semplice comunicazione fatta alla nostra Redazione a scopo di pubblicazione), pur rimanendo noi liberi di soddisfare o meno i desiderata.

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Una lettera coraggiosa
di Franco Serafini

Segnalato da Gesmar, 25-7-08

     Lettera spedita alla Direzione della Unicredit, a seguito delle notizie apparse su http://www.affaritaliani.it/economia/unicredit-sexyshop220708.html (Unicredit acquisisce 9,84% di catena tedesca di Sexy Shop, Mercoledí 23.07.2008 08:00), su
http://www.ticinonews.ch/articolo.aspx?id=86537&rubrica=22 (I mutui sono in crisi? Unicredit punta sui sexy shop, 24.07.08 09:35) e su
http://news.kataweb.it/item/471016/unicredit-si-butta-sui-sexy-shop
(Unicredit si butta sui sexy shop, 23 luglio 2008 alle 11:54 — Fonte: tgfin.mediaset.it).
     Copia della stessa è stata comunicata a varie testate giornalistiche, compresa la nostra.
     Volentieri ne pubblichiamo il testo condividendone in pieno le motivazioni di ordine morale e cristiano: noi non vogliamo contribuire neppure con un centesimo all'industria del sesso, anzi la combattiamo come meglio possiamo. Invitiamo quindi il nostro lettore ad arrivare alle stesse conclusioni del bravo Franco Serafini, chiudendo l'eventuale suo CC aperto presso la Unicredit e passando a banche meno spregiudicate.

La Redazione

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature
e quanto scritto nello spazio giallo sono della Redazione

     Spettabili Signori,
mi chiamo Franco Serafini, sono un normale cittadino italiano, risiedo a Bologna dove faccio il medico, sono un padre di famiglia.

 

 

     Leggo sui giornali che la "mia" banca avrebbe comprato il 10% della catena di sexy shop Beate Uhse (Sueddeutsche Zeitung del 22 luglio 2008); evidentemente in tempi difficili per la finanza non bisogna temere investimenti "spregiudicati".

 

 

     Bene: la stessa "spregiudicatezza" mi riservo di usarla anche io nelle prossime settimane salutandovi e spostando conto corrente, mutuo e deposito titoli in un altro istituto bancario.

 

 

     Concludo ammettendo realisticamente l'insignificanza di questo mio gesto isolato (infatti mi propongo di pubblicizzarlo nella rete dei media cattolici che leggo o di cui faccio parte).

 

 

     Non mi ritengo un idealista sprovveduto e so bene che la banca "ideale" non esiste; vorrei solo una banca di cui non vergognarmi troppo.

Franco Serafini, Bologna

 

 

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